
Si è tenuta oggi a Pozzallo la manifestazione della CGIL Sicilia e di tante associazioni locali, regionali e nazionali.
Tutti uniti per dire di noi ai C.P.R. Li abbiamo visti così, come da foto, dietro a grade di ferro, commossi e curiosi, osservare ciò che si svolgeva da dietro a quel limite invalicabile.

“Diciamo di no ad un modello di politica di immigrazione inadeguato ed inaccettabile che viola i diritti umani – queste le parole del Segretario Generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino – e sosteniamo l’idea di un modello diverso e già condiviso non solo dalla nostra Organizzazione e dalle tante Associazioni oggi qui presenti ma da tanta parte della cittadinanza che crede nell’inclusione e nella parità dei diritti. L’idea di società diversa che vogliamo è qui presente attraverso la voce di tutti noi. È arrivato il momento che la politica presto realmente attenzione a tutto ciò ”.

Accorte le parole del Segretario Generale di Ragusa Giuseppe Scifo: “qui vivono in condizione di reclusione delle persone che non hanno commesso crimini o reati. È necessario un ritorno ad un diritto umano per tutte queste persone, che non possono essere oggetto di una speculazione da parte di chi lucra politicamente ed economicamente. È necessario un ritorno al rispetto dei diritti umani. Rischiamo che schiavismo e caporalato prendano il sopravvento e che la criminalità organizzata possa così fruire di facile manovalanza, normale conseguenza di una errata gestione del fenomeno immigrazione.”

“Accoglienza ed integrazione le parole d’ordine, scritte nella nostra Costituzione che non demanda a luoghi come questo. Ci guardano e ci salutano da lontano – le parole del Coordinatore Regionale della Slc Cgil Sicilia Gianluca Patanè – e vederli ci motiva ancor di più nel proseguire con ogni forma di manifestazione come questa. Le Associazioni che operano nel settore devono essere sostenute l, così come va garantito il diritto all’accoglienza. Questi giovani e meno giovani, i loro bambini e le loro famiglie spesso scappano da paesi in guerra tra loro. Costa d’Avorio, Ghana, paesi dell’Africa sub-sahariana. Devono avere il diritto di conseguire un attestato di lingua italiana, una licenza media e, se vogliono un diploma od una laurea. Devono avere la possibilità di poter provare a scegliere che lavoro avere e di vivere senza tralicci che ostacolino l’integrazione. Che si chiudano i C.P.R.”
Di Cristina Squillaci