
Sappiamo bene che l’azienda ha manifestato apertamente la propria volontà al rientro del personale nelle proprie sedi.
Detto ciò, abbiamo alcune riflessioni da fare e delle domande che meritano altrettante risposte.
Lo scenario internazionale, sotto gli occhi del mondo, è mutato velocemente ed in modo minaccioso.
Sui mercati pesano le incertezze sulla guerra Ucraina, il rialzo dei prezzi, spropositato, delle materie prime ed il conseguente rischio di aumento del tasso di inflazione.
Ieri il gas europeo è balzato a un massimo di 295 euro per Megawattora mentre un anno fa lo stesso gas costava circa 18 euro.
Molte aziende rischiano di chiudere per il lievitare dei costi di esercizio legati all’innalzamento spropositato di energia/gas/carburante.
In riferimento proprio al carburante stiamo assistendo ad un giornaliero aumento indiscriminato dei costi; siamo già ad oltre 1 euro per litro. Questo si traduce in un aumento di spesa per il lavoratore che deve usufruire del proprio mezzo per recarsi al lavoro.
La domanda che tutti ci poniamo è: quanti costi aggiuntivi andremo ad affrontare da una parte e dall’altra dal primo aprile prossimo?
Questa situazione potrebbe durare mesi, con conseguenze imprevedibili per l’economia globale; il rientro è inderogabile?
Ammesso e non concesso che tale decisione rimanga focalizzata sulla data già annunciata e non tenga conto delle variabili in atto, un’altra domanda che ci poniamo è la seguente:
perché non spostare a settembre prossimo anziché dal 1° maggio, il raddoppio del modello giornaliero e settimanale da passare in ufficio, con conseguente risparmio di costi e maggiore gradualità nel ritorno del proprio personale?
Questi mesi non potrebbero essere utili per osservare la situazione, per ponderare meglio sulle scelte future e per non incidere fattivamente sui costi di tutti, in modo particolare sui lavoratori?
Pochi mesi rispetto a 2 anni non dovrebbero spostare di molto gli equilibri aziendali.
La percentuale a regime potrebbe essere rivista sia sul modello settimanale che in quello mensile, con percentuali più basse.
Altro tema importante è la tutela delle persone fragili, dove ci aspettiamo delle risposte rassicuranti in merito.
Mancano poche settimane ma tutto tace ed in questo caso il silenzio non è d’oro.
Palermo, 10/03/2022
SLC CGIL SICILIA